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Insert Coin! Come ridurre i costi di advertising con la brand reputation

Da ragazzo, mi capitava, specialmente in estate, di andare, mentre si era in vacanza, a giocare in qualche sala giochi con i videogiochi dell’epoca (sui computer ce ne erano ancora pochi e molto artigianali). Ricordo che sul più bello veniva fuori una scritta “famigerata”: “Insert Coin”.

In pratica se si voleva continuare a giocare bisognava inserire nuove monete. Un po’ come accade oggi quando l’unica strategia è quella di spingere il proprio e-commerce, il proprio retail con la sola pubblicità. In pratica non si smetterà mai di inserire nuove monete nei sistemi di advertising e di inseguire sempre e solo nuovi clienti.

La brand reputation può essere un’arma potente per ridurre i costi di advertising. 

Un brand forte e positivo è in grado di attirare nuovi clienti e fidelizzare quelli esistenti. Ciò significa che le aziende con una buona reputazione hanno bisogno di investire meno in advertising per raggiungere i loro obiettivi.

Ecco alcuni modi specifici in cui la brand reputation può aiutare a ridurre i costi di marketing:

  • Aumento della fiducia dei consumatori: i consumatori sono più propensi ad acquistare da un brand che hanno familiarità e di cui si fidano. Una buona reputazione può aiutare a costruire fiducia e credibilità, che possono portare a un aumento delle vendite.
  • Miglioramento del tasso di conversione: una buona reputazione può portare ad un aumento del numero di acquisti. I consumatori che hanno fiducia in un brand sono più propensi a completare un acquisto.
  • Riduzione dei costi di acquisizione clienti: un brand forte può aiutare a ridurre i costi di acquisizione clienti. I consumatori sono più propensi a tornare a fare acquisti da un brand che conoscono e di cui si fidano.

Per sfruttare al meglio il potenziale della brand reputation per ridurre i costi di marketing, le aziende devono concentrarsi su questi tre aspetti:

  • Costruire una brand reputation forte e positiva: ciò significa investire in attività che contribuiscono a costruire fiducia e credibilità, come la creazione di contenuti di alta qualità, l’offerta di un servizio clienti eccellente e la gestione efficace delle recensioni dei clienti.
  • Misurare la brand reputation: è importante monitorare la brand reputation per assicurarsi che sia in linea con gli obiettivi dell’azienda. Esistono una serie di strumenti e risorse che possono aiutare le aziende a misurare la brand reputation.
  • Utilizzare la brand reputation per guidare le decisioni di marketing: una volta che la brand reputation è stata misurata, le aziende possono utilizzarla per guidare le decisioni di marketing. Ad esempio, le aziende possono utilizzare la brand reputation per identificare i canali di marketing più efficaci e per creare contenuti che siano in linea con i valori del brand.

Ecco alcuni esempi specifici di come le aziende possono utilizzare la brand reputation per ridurre i costi di marketing:

  • Un’azienda di e-commerce può utilizzare la brand reputation per creare contenuti di alta qualità che aiutino a generare traffico organico.
  • Un’azienda di servizi può utilizzare la brand reputation per costruire relazioni con i clienti che possono portare a vendite ricorrenti.
  • Un’azienda di produzione può utilizzare la brand reputation possono promuovere il brand ai loro follower e ai propri fan.

Comunicazione ecologica: il rispetto innanzitutto!

Il rispetto di chi ascolta è una delle attenzioni che un comunicatore dovrebbe sempre avere nell’articolare la sua comunicazione, comunque essa venga erogata (scritto, audio, video, ecc.).

Ecco alcuni aspetti di cui tener conto:

  1. Costruzione di Rapporti Positivi: Il rispetto nell’ascolto e nella comunicazione aiuta a stabilire relazioni positive tra individui e gruppi.

  2. Efficienza nella Comunicazione: Quando le persone sentono che le loro opinioni sono rispettate, sono più propense a partecipare attivamente alle discussioni e a collaborare. Ciò rende la comunicazione più efficace.

  3. Promuovere l’Inclusività: Rispettare i diversi punti di vista e le esperienze è cruciale per coinvolgere tutti gli stakeholder. Mai essere tassativi e ultimativi nelle proprie posizioni, ma cercare sempre di capire e rispettare i pareri anche se diversi dal nostro.

  4. Evitare Conflitti: Una comunicazione rispettosa può ridurre il rischio di malintesi e conflitti, facilitando un dialogo più costruttivo.

  5. Educazione e Sensibilizzazione: La comunicazione rispettosa è più efficace nel sensibilizzare e educare il pubblico incoraggia un cambiamento positivo. Le persone sono caratterizzate da sensibilità diverse, tenerne conto è un primo passo verso una comunicazione cosiddetta ecologica.

  6. Rafforzare l’Autorità Morale: Entità che comunicano con rispetto e integrità guadagnano maggiore fiducia e autorità morale.

  7. Adattabilità Culturale: Il rispetto delle diverse culture e prospettive è fondamentale per creare messaggi che siano rilevanti e accettati a livello globale.

Ma proviamo ad entrare più nel merito. Quale ruolo ha l’uso delle parole nella comunicazione ecologica?

Ecco alcuni consigli:

  1. Scegliere Parole Inclusive e Non Discriminatorie: Usare un linguaggio che rispetti tutte le culture, identità e background. Evitare termini che possano essere percepiti come offensivi o escludenti.

  2. Semplicità e Chiarezza: Usare parole semplici e chiare per garantire che il messaggio sia facilmente comprensibile da un vasto pubblico.

  3. Linguaggio Positivo: Utilizzare un tono positivo può incoraggiare l’azione e l’ottimismo, anziché creare paura o disperazione.

  4. Evitare il gergo Tecnico: A meno che il pubblico non sia altamente specializzato, evitare termini tecnici o accademici che potrebbero confondere o alienare gli ascoltatori. Spesso i marketer e chi si occupa di comunicazione tendono ad utilizzare termini che ai più sono incomprensibili. La bravura di un comunicatore non sta nel far emergere la propria conoscenza di termini, sia pure sconosciuti, ma nel far comprendere all’uditorio cosa stia dicendo e a chi o a cosa si riferisca.

  5. Linguaggio Emotivo e Immaginativo: Usare parole che evocano emozioni o creano immagini mentali può rendere il messaggio più coinvolgente e memorabile.

  6. Precisione: Scegliere parole che trasmettano accuratamente i fatti e le informazioni. La precisione è fondamentale per mantenere la credibilità.

  7. Adattamento Culturale: Adattare il linguaggio per rispettare e riflettere le diverse culture e prospettive del pubblico.

  8. Evitare Sensazionalismo: Pur essendo emotivi, è importante evitare l’esagerazione o il sensazionalismo che potrebbe minare la credibilità del messaggio.

  9. Uso di Metafore e Analogie: Le metafore e le analogie possono aiutare a spiegare concetti complessi in modo più accessibile.

  10. Linguaggio Orientato all’Azione: Incoraggiare l’azione positiva attraverso parole che ispirano e motivano.

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Ci vediamo a SMAU Napoli il 15 dicembre: Nell’era dell’IA vincere la sfida con lo H2H marketing

Nell’epoca in cui l’intelligenza artificiale domina il panorama aziendale, la nostra capacità di connetterci in modo autentico con le persone rimane più cruciale che mai. Questo workshop, “Con il trionfo dell’IA il mondo resta fatto di persone: Vincere la sfida del mercato con lo Human to Human Marketing” esplora come possiamo sfruttare l’IA per rafforzare, anziché sostituire, le relazioni umane nel marketing.

Durante l’evento, esamineremo come l’IA possa essere uno strumento potente per comprendere meglio le esigenze dei clienti e creare esperienze personalizzate. Tuttavia, metteremo in risalto che il vero successo si ottiene quando uniamo il potenziale dell’IA con l’autenticità delle persone. Attraverso casi di studio e strategie pratiche, scopriremo come creare connessioni sincere con i clienti, affrontando le sfide dell’era digitale senza perdere di vista il valore insostituibile delle relazioni umane. Partecipa a questo workshop per entrare nel mondo del “Human to Human Marketing” vera chiave del tuo successo nel mercato contemporaneo.

Vi aspetto il 15 dicembre a SMAU Napoli alle 13,30 Presso l’ARENA 1 – Mostra d’Oltremare

Michele Dell’Edera

Iscriviti gratuitamente al mio Workshop!

Il Valore delle Relazioni Umane nell’Era dell’Intelligenza Artificiale

In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale sta rapidamente trasformando il nostro modo di fare affari, è essenziale non perdere di vista ciò che rende davvero speciale ogni azienda: le relazioni umane. 

Mentre l’IA può migliorare l’efficienza e l’automazione, è la connessione umana autentica ed empatica che crea esperienze memorabili e fidelizza i clienti. 

La Tua Azienda: Più di Tecnologia:

L’adozione delle ultime tecnologie è essenziale per rimanere competitivi, ma non dovrebbe mai sostituire il calore delle interazioni umane. Le relazioni tra i dipendenti all’interno dell’azienda sono il fondamento di un ambiente di lavoro sano e produttivo. Investire nella costruzione di squadre collaborative e sostenere la crescita personale e professionale dei dipendenti è cruciale per promuovere il benessere aziendale.

Con i Clienti, Autenticità ed Empatia:

Quando si tratta di clienti, l’IA può essere utilizzata per personalizzare le esperienze, ma è l’empatia umana che crea una connessione duratura. Ascoltare attivamente i bisogni dei clienti, comprendere le loro sfide e rispondere con una genuina preoccupazione può fare la differenza tra un cliente soddisfatto e un cliente fedele.

Il Potere dell’Empatia:

L’empatia è una virtù umana straordinaria che può essere un tratto distintivo per qualsiasi azienda. Essa significa mettersi nei panni degli altri, comprendere le loro emozioni e rispondere in modo appropriato. Le aziende empatiche sono in grado di risolvere problemi in modo più efficace, gestire conflitti con gentilezza e costruire relazioni durature.

Con quali strumenti Sviluppare Relazioni Umane? Leggi il blog

Clientes? Meglio persone!

In latino, la parola “clientes” aveva diversi significati e sfumature di significato, spesso collegati al contesto sociale e politico dell’antica Roma. Eccone alcuni:

  1. Clienti come protetti o clienti di un patrono: In senso generale, i “clientes” erano persone di basso status sociale o economico che si mettevano sotto la protezione e la tutela di un patrono più potente e influente. In cambio della protezione e del supporto, i clienti offrivano fedeltà, sostegno politico e spesso prestazioni di servizio.
  2. Clienti come clientela politica: Nel contesto della politica romana, i “clientes” costituivano la clientela di un politico o di un nobile. Questa clientela politica comprendeva persone che supportavano il politico e lo aiutavano a raggiungere i suoi obiettivi, sia attraverso il voto nelle elezioni che attraverso altre forme di sostegno politico.
  3. Clienti come clienti di un mercante (definizione più vicina ai giorni nostri): I “clientes” potevano anche riferirsi ai clienti o acquirenti di un mercante o di un negozio. In questo contesto, la parola indicava le persone che acquistavano beni o servizi da un commerciante specifico.
  4. Clienti come debitori: In alcune situazioni, i “clientes” potevano anche essere persone indebitate nei confronti di un creditore o di un patrono. Erano tenuti a pagare il debito o a fornire servizi in cambio del supporto ricevuto.

È importante notare che il concetto di “clientes” era profondamente radicato nella struttura sociale romana, dove le relazioni di patronato e clientela giocavano un ruolo significativo nel mantenimento dell’ordine sociale e politico. Questi legami di dipendenza reciproca erano spesso basati su un sistema di favori, obblighi e scambi di servizi. La clientela era un elemento chiave della stratificazione sociale romana e contribuiva a stabilire e mantenere le relazioni di potere all’interno della società.

Io sono per mettere completamente da parte il concetto di “clienti” per passare con decisione a quello di “persone”. Le relazioni e le comunità sono fatte da persone è per questo che anche le aziende devono andare oltre il concetto di cliente e puntare decisamente verso un’attenzione attenta alle persone che siano clienti o dipendenti. Questo approccio umanizza l’azienda e la rende più vicina alle comunità dove svolge il proprio servizio o lavoro. Passiamo al concetto di Marketing fo Humans (H2H marketing).

Le cambio nome per dare sostanza alla mia attività. Nasce: “MARKETING FOR HUMANS”

A un certo punto della mia vita di digital strategist, di social media marketer, di copy, ho visto che qualcosa non quadrava, non che le cose non funzionassero, ma che in alcuni casi mi sentivo a disagio nell’affrontare i progetti guardando solo al mondo, ai numeri e agli algoritmi.  Non abiuro nulla, ma voglio dare spazio a qualcosa di nuovo e di diverso.

Ecco perché ho deciso di fondare “Marketing for Humans” e di occuparmi di “Human to Human” marketing e “Design Thinking”, ve lo spiego brevemente. 

 

“Marketing for Humans” è il nome che ho scelto di dare alla mia attività professionale, affinché, fin dal nome, ci si concentri sul mettere le persone al centro di OGNI progetto. 

Questo approccio, noto come “Human to Human” marketing, mette in evidenza l’importanza di stabilire connessioni autentiche e significative tra i marchi e il loro pubblico.

Nell’era digitale in cui viviamo, può essere facile dimenticare che dietro ogni transazione commerciale ci sono persone reali con desideri, bisogni e emozioni. L’obiettivo del “Human to Human” marketing è quello di riconnettersi con queste persone, andando oltre le metriche e i dati demografici per creare una comunicazione più umana ed empatica.

A questo aggiungo: il “Design Thinking”. 

Il Design Thinking è un approccio che pone l’accento sull’ascolto delle esigenze degli utenti (persone) e sulla creazione di soluzioni che rispondano a tali esigenze in modo efficace ed innovativo. Questa metodologia si basa su diverse fasi, tra cui la comprensione del contesto, la generazione di idee, la prototipazione e il testing.

Integrando il Design Thinking nel mio approccio al marketing, punto a creare strategie e campagne che siano davvero significative. Con questo metodo di lavoro sarà più semplice comprendere meglio le persone, offrendo loro esperienze coinvolgenti e personalizzate.

In definitiva, il mio obiettivo con “Marketing for Humans” è quello di rendere il marketing più umano ed empatico, mettendo le persone al centro di ogni iniziativa.

Michele Dell’Edera
founder di “MARKETING FOR HUMANS”

Un po’ per gioco ho intervistato chatGPT con una sola domanda: cosa succede quando gli uomini smetteranno di scrivere?

Ecco come ha risposto chatGPT a questo mio dubbio: Cosa succede quando gli uomini non scriveranno più?

Se gli uomini smettessero di scrivere, ci sarebbero molte conseguenze negative. La scrittura è un’abilità fondamentale che consente alle persone di comunicare le proprie idee, pensieri e sentimenti in modo efficace e preciso. Ecco alcune delle possibili conseguenze di un mondo in cui gli uomini non scrivono più:

  1. Difficoltà nella comunicazione: Senza la capacità di scrivere, la comunicazione diventerebbe più difficile e limitata. Le persone sarebbero costrette a comunicare solo oralmente o tramite altri mezzi, come la gestualità o le immagini, che possono essere meno precisi o efficaci.
  2. Riduzione della conoscenza: La scrittura è stata utilizzata per registrare la conoscenza umana per secoli. Senza la capacità di scrivere, la conoscenza sarebbe trasmessa solo oralmente e potrebbe essere persa nel tempo.
  3. Difficoltà nell’educazione: La scrittura è una componente essenziale dell’educazione. Senza la capacità di scrivere, gli studenti avrebbero difficoltà a prendere appunti, a compilare testi scritti e a svolgere attività di ricerca.
  4. Riduzione delle opportunità lavorative: La capacità di scrivere è richiesta in molte professioni. Senza questa abilità, le opportunità di lavoro potrebbero essere limitate.
  5. Riduzione della creatività: La scrittura è uno strumento fondamentale per l’espressione della creatività. Senza la possibilità di scrivere, molte forme di espressione creativa, come la poesia, la narrativa o il giornalismo, potrebbero essere limitate o scomparire del tutto.

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