In un interessante articolo apparso su Repubblica ieri, si fa presente quanto sia risultato essere fondamentale questo particolare periodo storico per il boom al quale stiamo assistendo dell’e-commerce.
Oltre al fenomeno e-commerce altro aspetto che si sta sviluppando è quello del D2C (Direct to Consumer). In pratica un’azienda non produce più solo il prodotto per darlo ai distributori, ma mette su propri canali di distribuzione, come negozi, e-commerce, canali social. Una vera e propria catena di vendita diretta aziendale.
Secondo una ricerca sui consumatori americani, in questo periodo, il 65% degli utenti che acquistano su Amazon hanno dichiarato di non essere riusciti ad ottenere ciò che avevano ordinato, il 32,75%, oppure altri non sono riusciti a trovare nulla di quello che loro necessitava, il 32,25%. A questo punto in molti si sono rivolti a canali aziendali, meno famosi, ma diretti attraverso cui hanno provato ad acquistare direttamente il prodotto (D2C).
Ma quali possono essere i vantaggi per i produttori che si affacciano al D2C?
- Stabilire un contatto diretto e duraturo con i propri clienti
- I prodotti arrivano immediatamente e direttamente sul mercato
- Appropriarsi del controllo del proprio brand e della propria reputation
Durante questa emergenza COVID, molti produttori in ambito agroalimentare, venuti a mancare i normali canali di distribuzione della propria merce (soprattutto in ambito ristorazione) hanno attivato un canale e-commerce per vendere direttamente il proprio prodotto. Molti i brand che negli Stati Uniti, ma anche in Italia, hanno aperto un proprio canale di vendita on line.
Ma sarà un fuoco di paglia ?
Io credo di no, è chiaro che i numeri di queste settimana non potranno essere per forza confermati, ma è altrettanto che chiaro che tantissimi consumatori si sono “sbloccati” cioè hanno fatto di necessità virtù e hanno cominciato a comprare on line.
Se la cosa è risultata essere comoda e conveniente non è detto che non ci riprovino.