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UX – User Experience, protagonisti e contesto

Stiamo per far partire un progetto digitale (ma anche non) vogliamo essere attenti agli utenti, alle persone che ne usufruiranno, da dove partiamo, che facciamo ?

Cominciamo a porci qualche domanda:

  • A chi ci rivolgiamo
  • Qual’è il profilo dei nostri clienti/utenti
  • Cosa dobbiamo conoscere di loro

Fino a qualche tempo fa si ragionava solo ed esclusivamente per “target”, ci si chiedeva:

Età
Sesso
Dove vive (qualche volta)
e dopo una certa evoluzione del marketing, specialmente quello in store, i comportamenti di acquisto

Oggi siamo chiamati a chiederci di più, anzi a frazionare il nostro target fino ad arrivare alle singole persone e a studiare o ipotizzare ogni singolo comportamento.

Dobbiamo chiederci se il nostro pubblico è:

Un pubblico esperto o inesperto, cioè se è in grado di utilizzare con facilità gli strumenti che gli metteremo a disposizione oppure se dovrà essere aiutato con strumenti estremamente semplici o con aiuti contestuali all’utilizzo.

Le abitudini, le tradizioni, la cultura. Se “il dove vive” prima era sufficiente per indirizzare campagne per area geografica, oggi “il dove vive” è semplicemente un indizio di partenza per conoscere meglio le abitudini del nostro cliente, le tradizioni del territorio dove vive, la cultura del posto. Il tutto serve a meglio indirizzare il nostro messaggio e il nostro prodotto, a non incorrere in errori madornali come messaggi poco comprensibili o addirittura offensivi per i propri clienti.

Il tipo di utilizzo che il nostro cliente farà del nostro servizio/prodotto

E, in una società complessa e dinamica, il tempo a disposizione per la sua fruizione.

Proviamo quindi a meglio individuare le domande che ci dobbiamo porre rispetto al nostro pubblico:

  • Cosa sarà chiamato a fare ?
  • Chi è ?
  • Dove lo farà ?

Fermiamoci qua. Proviamo a dare direttamente le nostre risposte. Nei prossimi giorni qualche altra dritta, intanto, se avete necessità di qualche chiarimento, contattatemi.

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Perché è importante pubblicare e diffondere article marketing ? Due concetti: SEO e reputazione on line.

Se i contenuti hanno sempre più importanza e valenza per guadagnare visibilità web, acquista sempre più valore quella visibilità che ciascuno di noi riesce a conquistarsi attraverso la pubblicazione di articoli e post che fanno riferimento a noi o per argomento trattato o per link che rimandano ai nostri siti e canali web. Se vogliamo entrare nello specifico, parliamo degli article marketing. Ciascuno di noi ha più valore se sono altri a parlare di noi e non noi ad essere solo autoreferenziali.

L’ article marketing è uno degli ingredienti fondamentali per un SEO di successo. Anche se gli algoritmi dei motori di ricerca cambiano spesso e di volta in volta ci ritroviamo a dover recuperare posizioni, il valore di articoli che parlano di noi in giro per il web non varia, anzi comunque contribuisce a valorizzare il nostro posizionamento on line.

Ma anche andando oltre il posizionamento su web, possiamo affermare con certezza che l’article marketing può aiutare a rendere migliore la propria reputazione on line e rendere sempre più ricchi i contenuti che parlano di noi e della nostra azienda. Uno dei maggiori fattori di successo sulla rete è il content marketing.

Allora, cos’è un article marketing?

Possiamo dire sia un testo ricco di contenuti e pubblicato su più portali web (compreso il proprio) e che tende a orientare il traffico verso il nostro sito web attraverso backlinks o risultati di ricerca sui motori (SEO). Non è detto, se si decide di distribuire l’articolo su più blog, siti e testate, che il contenuto debba essere esattamente uguale. Anzi, se si riesce a produrre contenuti specifici per la testata on line o per il blog che ci ospiterà e per il suo target, i risultati saranno certamente migliori.

Quali possono essere le tipologie di article marketing e content marketing da produrre e distribuire ?

  • La pubblicazione del testo nel proprio sito e in siti correlati
  • Scrivere e distribuire comunicati stampa
  • Pubblicare i propri articoli in portali, web magazine, directories, gruppi verticali e orizzontali
  • Inviare il proprio post attraverso una newsletter (vale la pena se abbiamo un grande numero di abbonati)
  • Diffondere i post attraverso i canali social

Come un article marketing può aiutare a livello SEO?

Certo, il primo punto fondamentale è che questo post, pubblicato sulla rete, faccia traffico a nostro vantaggio cioè orienti nuovi utenti verso il nostro sito.

Qualsiasi sia il metodo scelto per diffondere e pubblicare l’article marketing, esso nel tempo ottiene lettori e genera una piccola nicchia di utenti che si interessano di noi e dei nostri prodotti contribuendo, tra l’altro, a far crescere il passaparola favorevole e la nostra brand reputation.

L’article marketing è sempre parte di una strategia digitale complessiva e di un’attività di web marketing non estemporanea. Ogni contenuto e la sua diffusione va ben pensato. Ogni article marketing non deve essere essere realizzato così, tanto per pubblicare qualcosa, ma deve dare ai nostri utenti qualche notizia in più, deve essere utile, interessante, accattivante possibilmente approfondito, cioè i suoi contenuti non devono essere né improvvisati né approssimativi. Poche notizie, non noiose, ma utili e studiate. Buona scrittura.
A proposito mi occupo di article marketing e content marketing a livello personale, ma anche e soprattutto sono in un ottimo team che si occupa di strategie digitali. Se vuoi contattami.

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Content Marketing, i tempi cambiano

Cambiano i tempi per il content marketing, cambiano le modalità di engagement, quindi cambiano le strategie.

Pur essendo in calo la pubblicità on line resiste anche se la concorrenza da battere è sempre più agguerrita e abbondante.

Per questo motivo molti si rivolgono al content marketing, cioè alla possibilità di convincere i propri possibili clienti attraverso la diffusione di contenuti utili e interessanti di diverso tipo.

E’ chiaro che l’eccesso di pubblicità ha fatto optare molte aziende per i canali social come possibile luogo dove fare campagne di advertising. In questi canali dove oggi stazionano più frequentemente e più volentieri gli utenti.

Anche questo, però, potrebbe non essere sufficiente se non accompagnato da un serio e accurato studio dell’utenza e della possibile clientela dell’azienda e dei suoi comportamenti. Ecco che al normale lavoro sui target oggi si amplia il lavoro nel conoscere meglio le “personas”, cioè il possibile “carattere” e comportamento di un ipotetico cliente classificato per età, contesto, scenario geografico, interessi, luoghi dell’acquisto (on line, in store, in mobilità,ecc.) e altri aspetti del tipo: è fidanzato, va a scuola, lavora, è indipendente economicamente, si sposta con i mezzi pubblici o con mezzi privati, perché si sposta, com’è il suo ambiente di lavoro, eccetera, eccetera. In poche parole se prima la catalogazione era per target oggi ogni target è diviso per tipologia di individuo, “persona”s appunto.  Il singolo è più importante della sua categoria di individui. Se si risponde a ogni singolo si hanno maggiori possibilità di ottenere risultati soddisfacenti.

Il Content Marketing quindi non deve più stimolare una massa di persone di un certo tipo, ma “una persona” in particolare ben individuata tra le tante che compongono un più ampio target di individui.

I contenuti non devono più “convincere” e “convertire” i contatti in clienti, ma devono aiutare a “conversare” (stimolare la richiesta di contatto) e poi a “convertire” i propri contatti in clienti. Senza contatto diretto oggi è difficile convertire quelli che una volta erano leads di una determinata lista.

Oggi un lead è “caldo” se è conosciuto e se è divenuto un interlocutore ancor prima che un cliente.

Per contattarmi:

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