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LA POLITICA NELLA RETE, I POLITICI SE NE ACCORGONO ?

di Michele Dell'Edera Lug 9, 2011 #politica

Sarà perché sarò io ad esssere un essere alieno e alienato nella rete, sarà perché passo molto tempo, per lavoro, on line frequentando social network, siti, blog, applicativi web 2.0. Sarà perché mi piace vivere anche in mezzo alla gente, ascoltare, sarà perché anch’io sono una persona, ho la mia famiglia, vivo i problemi di tutti giorni, sarà per tutte queste cose ed altre ancora che quando sento i Tg, sento le dichiarazioni dei politici, vedo di che cosa parlano (o si occupano) e mi chiedo, ma in che mondo vivono ?

Su Facebook ci sono gruppi, pagine, note, che esprimono malessere, problemi, situazioni di difficoltà, ma anche nuove idee, nuovi movimenti di idee che si vanno formando in maniera abbastanza trasversale e post ideologica. La gente della rete ha sicuramente fortemente orientato e spinto il voto referendario. Dopo tantissimi anni è tornato ad essere valido il quorum e i “si” hanno spazzato via qualsiasi pensiero o posizione politica. Le elezioni amministrative hanno visto vincere movimenti ai quali i bookmakers non avrebbero dato un euro. Nel Sud cominciano a nascere movimenti e pensieri dal basso che nulla hanno a che vedere con qualsiasi posizione politica oggi espressa. Nel Nord la gente comincia a chiedersi, anche via web, a che gioco gioca la Lega. Gli elettori del PD sono sconcertati dalle prediche bellissime e dalle pratiche inspiegabili (vedasi abolizione delle province, voto del PD, e gruppi e discussioni di fuoco scatenatesi sulla rete).

I politici continuano a recitare una commedia dell’assurdo dove sia i Berlusconiani che gli anti Berlusconiani declamano le loro litanie praticamente senza pubblico, o con un pubblico talmente assuefatto che alla fine chiede i propri occhi e le proprie orecchie aspettando che quel lamentoso vociare passi. Un po’ come avviene con gli spot pubblicitari.

Il Mediterraneo è in fiamme perché la rete ha risvegliato le coscienze. I politici occidentali non se ne sono accorti.

Provano ogni tanto a domare la belva (la rete), ma non ci riescono.

E poi tornano alle litanie. In fondo è meglio così. Speriamo che la gente della rete tragga le proprie conseguenze e cambi le persone, con il proprio voto, ancor prima dei partiti.

Del resto la “speranza” è l’ultima a morire.

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